DADO
creative directionphotography
food styling
graphic design
Dado è un progetto personale nato dal desiderio di impastare la cucina con la grafica, il ricordo e la fotografia.
Un po’ Tristan Tzara, un po’ Star, è un menù estivo che racconta con il tono paradossale del dadaismo, le memorie associate alle vacanze estive, dall’infanzia all’adolescenza, tra il mare e la montagna.
“Non si gioca con il cibo” dicono i genitori.
Il gioco è il fil rouge che guida il susseguirsi dei piatti: le gare di biglie, le mattine nel bosco in cerca di funghi, i primi amori adolescenziali e le fughe in discoteca per ballare e sentirsi grandi.
Con un approccio a tecnica mista, ogni portata è rappresentata su diversi piani di lettura: l’immagine 1 a 1 del piatto, il suo corrispettivo evocativo e un calligramma, creazione tipografica figurativa, cara ai dadaisti.
DADO è anche un modo per cimentarmi nelle mie diverse passioni e dare vita ad un progetto che rappresenti la mia visione del cibo: un elemento vitale, carico di un grande potere simbolico, e un gioco, con cui mi diverto tanto, da sempre.
Un po’ Tristan Tzara, un po’ Star, è un menù estivo che racconta con il tono paradossale del dadaismo, le memorie associate alle vacanze estive, dall’infanzia all’adolescenza, tra il mare e la montagna.
“Non si gioca con il cibo” dicono i genitori.
“Ops” rispondono i dadaisti.
Il gioco è il fil rouge che guida il susseguirsi dei piatti: le gare di biglie, le mattine nel bosco in cerca di funghi, i primi amori adolescenziali e le fughe in discoteca per ballare e sentirsi grandi.
Con un approccio a tecnica mista, ogni portata è rappresentata su diversi piani di lettura: l’immagine 1 a 1 del piatto, il suo corrispettivo evocativo e un calligramma, creazione tipografica figurativa, cara ai dadaisti.
DADO è anche un modo per cimentarmi nelle mie diverse passioni e dare vita ad un progetto che rappresenti la mia visione del cibo: un elemento vitale, carico di un grande potere simbolico, e un gioco, con cui mi diverto tanto, da sempre.